Brava e bella l'umanità.
Soprattutto varia.
Ci sono i neri che ballano bene perché hanno il ritmo nel sangue.
Gli arabi così invadenti da importare persino i loro numeri!
I giapponesi che sono uguali ai cinesi ma più precisi con i treni.
I russi bravissimi nei calcoli matematici.
Gli svizzeri sempre precisi.
Gli inglesi che mangiano solo cose amare.
Come dimenticare i francesi con il loro pane alle ascelle?
E poi chi c'è?
Ah il popolo nostrano tutto pizza, pasta e mandolino.
È questo ciò che ho letto in giro cercando ispirazione per buttare giù le due righe che state leggendo.
Volevo parlare di Gorilla, amore mio; e mi ritrovo invece a fare una digressione su quel che ne hanno scritto altri in cui si racconta il nostro modo di vedere e di pensare facilmente assimilabile all'alligalli di ancestrale memoria e che ancora va tormentandoci nei villaggi vacanze.
Leggo quindi per la rete di racconti del - per- sul - popolo nero o di storie afroamericane ma nessuno che parla semplicemente di umanità.
Perché le persone che vengono raccontate in questo volume; che siano ragazzine ribelli, tormentate, dispettose, infami o dalla tempra d'acciaio, sono innanzitutto persone.
Di sicuro l'autrice ha riportato della sua condizione, del suo essere, del suo sentire, del suo vivere certamente segnato nell'anima ma che non è soltanto suo.
Perché di condomini con il puzzo di cavolo per le scale son piene le città.
Non sono storie di - in - con - sul.
La povertà, il disagio, la disuguaglianza: ne siamo circondati e ci fa comodo dire che sono faccende di altri.
Comunque La corsa di Raymond vale l'intero volume tanto è bello 'sto racconto.
Toni Cade Bambara
SUR
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