
Quelli che lo vogliono per ammazzarlo. E infine quelli che proprio non lo sopportano e basta.
E poi c'è lui che ha questa fissa per le cose vecchie e antiquate e per degli uomini uccello, tali Amarantini, che si sarebbero estinti chissà quando.
Daniel Sylveste - da non confondersi con Daniele Silvestri - non sa di essere così ricercato: certo è belloccio, intellettualmente appetibile; è un archeologo, e con un conto in banca notevole ma nessuno di queste ragioni corrisponde al motivo delle ricerche di cui sopra.
In Rivelazione 1 abbiamo queste tre trame che procedono parallele fin quando - tra la fine del primo volume e l'inizio del secondo Rivelazione 2 - le faccende non divengono una sola e allora ogni cosa si fa più lineare.
Non è un romanzo complicato da seguire - i due libri in realtà sarebbero uno soltanto - piuttosto in alcune parti può risultare un pochino freddo pieno com'è di cose da raccontare e mostrare.
Sono vari i personaggi a cui dare corda: ovviamente Daniel - con suo padre in versione digitale, Ana Khouri la mercenaria ingaggiata per schiattare Daniel, Ilia Volyova una ufficiale della Nostalgia dell'Infinito, la grande astronave su cui ci si muove in su e giù per la galassia non meno personaggio degli altri.
E poi ci sono i paesaggi, le città, i pianeti e un sacco di altra roba che mi fa domandare come abbia fatto Reynolds a infilarcela tutta.
Più in là leggerò anche gli altri romanzi.
Più in là leggerò anche gli altri romanzi.
Rivelazione
Alastair Reynolds
Mondadori - Urania
Se l'universo brulica di alieni... dove sono tutti quanti?
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